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La sostenibilità sociale nel progetto di architettura: il recupero dell’Ex Arsenale militare di Torino da parte dello studio Comoglio architetti

di Comoglio Architetti

Può essere l’architettura un motore di aggregazione che muove una reale riappropriazione degli spazi urbani da parte della collettività? Il recupero dell’Ex Arsenale militare di Torino è un caso emblematico di rigenerazione del tessuto urbano, dove i fini sociali e assistenziali hanno guidato l’intero processo di recupero, ne hanno definito l’azione progettuale influenzando anche gli esiti formali dell’intervento.
Quando nel 1983, l’associazione Sermig fondata da Ernesto Olivero, ottiene dalla città di Torino gli spazi dell’ottocentesco Arsenale militare, il complesso di padiglioni di oltre 30.000 mq si presentava in un grave stato di abbandono, in un quartiere multietnico dove condizioni di marginalità e degrado avevano caratterizzato i decenni precedenti. L’associazione ha deciso di partire dall’Arsenale proprio per avviare un processo di rigenerazione del tessuto urbano e sociale circostante, attraverso la creazione di  servizi socio-assistenziali per la comunità: accoglienza a persone in difficoltà e distribuzione pasti, asilo nido, formazione giovanile, spazi di incontro e socializzazione, attività di volontariato. L’intervento si è sviluppato attraverso un processo graduale di recupero degli spazi per interventi mirati e progressivi, segnando in modo inesorabile la trasformazione del complesso nell’odierno Arsenale della Pace.

Il progetto di riconversione ha sostenuto queste istanze promuovendo un’architettura che favorisce la partecipazione e la condivisione, l’inclusione in contrasto all’emarginazione.  La rigenerazione degli spazi avviene in un’ottica di efficiente e parsimoniosa funzionalità, garantendo la versatilità degli spazi al mutare delle esigenze, creando allo stesso tempo luoghi differenziati e riconoscibili, in cui è percepibile la stratificazione degli interventi per fasi successive.

Nel corso degli anni si è instaurata una collaborazione continua e produttiva tra l’associazione Sermig e lo studio Comoglio Architetti, che ha curato in modo continuativo gli interventi, rapportandosi strettamente con le esigenze della committenza in un confronto che ne ha segnato l’evoluzione progettuale. Gli interventi che si sono susseguiti nel tempo, pur essendo eterogenei per funzioni, risultano concatenati da un filo continuo. Tutti gli interventi sono caratterizzati da aspetti comuni quali il razionale utilizzo di risorse, la versatilità degli spazi, la valorizzazione della testimonianza storica pur nella trasformazione di significato dalle origini militari ai temi della pace e dell’accoglienza.

Rinnovamento dell’edificio n.2 con la sistemazione della nuova sala mensa – studio Comoglio Architetti

 

Gli interventi di recupero diretti dallo studio di architettura all’interno dell’Arsenale si sono susseguiti in modo progressivo senza interruzioni a partire dai primi anni 2000, con gli spazi esterni alla Cappella del Sermig, per proseguire con gli spazi destinati all’incontro e agli eventi (Università del Dialogo e Auditorium) i locali rivolti all’accoglienza (Ospiteria, ambulatorio, mensa), per poi coinvolgere anche i servizi rivolti all’educazione dei bambini e alla formazione giovanile (recupero delle Ex Sellerie con inserimento della scuola dell’infanzia e la scuola per artigiani restauratori).